lunedì 3 marzo 2014


Gli Zen Circus, la band livornese capitanata da Andrea Appino
vincitore del Premio Tenco per il disco solista “Il Testamento”
a Milano per presentare il nuovo album “Canzoni contro la natura”

Giovedì 13 marzo

THE ZEN CIRCUS
presentano il nuovo disco
“CANZONI CONTRO LA NATURA
La Tempesta Dischi

@
ALCATRAZ
via Valtellina 25
Milano

Inizio: ore 21,00
Ingresso: 11,50 €


"Canzoni contro la natura" è l'ottavo album in studio degli Zen Circus, il terzo interamente in lingua italiana. La band toscana aveva annunciato più volte che si sarebbe presa un periodo "sabbatico" e così è stato per tutto il 2013: nessun concerto durante quest'anno eccezion fatta per i progetti solisti del cantante Appino e del batterista Karim Qqru. L'album esce come sempre per la Tempesta Dischi. 

In merito alla produzione dell'album gli Zen dichiarano:"Canzoni contro la natura" è un disco che ci rappresenta al 100%. Non c'è stato nessun produttore e nessun fonico a seguirci, per la prima volta abbiamo deciso di occuparci in prima persona di ogni fase della sua realizzazione. Il nostro obiettivo era inscatolare nella maniera più fedele possibile l'energia e la naturalezza che si respirano a pieni polmoni nei nostri live e che purtroppo raramente abbiamo ritrovato nei nostri dischi. Il risultato lo troviamo davvero esaltante, di gran lunga la cosa più energica e vicina ad un nostro concerto che abbiamo mai messo su album".

Energia quindi. Quella stessa energia che nel corso degli anni ha fatto degli Zen Circus una delle band più credibili e seguite del panorama rock italiano. Un disco pieno contrasti: Dalla psichedelia visionaria di un dio che si manifesta sotto forma di pianta in "albero di tiglio" alla title track dove un “cameo” del grande poeta Giuseppe Ungaretti ci ricorda che “tutti gli uomini sono anormali, contro natura”, fino alla poesia realistica e urticante di "Viva" dove gli Zen cantano “Io lo so che sono in crisi, senza leggere i giornali, sono in crisi da una vita, forse è la mia natura, anzi penso vivamente che sia proprio una fortuna”  brano che apre il disco e manifesto di un inquietudine, di una sensibilità “altra” che sfocia poi nella rabbia del finale dove vengono elencati uno ad uno tutti i "Viva!" urlati a squarciagola dagli Italiani, nessuno escluso. Italia che non è più al centro della narrativa come era accaduto con "Andate tutti affanculo" o "Nati per subire": la band pisana canta di qui e ora come ha sempre fatto, ma questa volta usa la realtà intorno a noi per analizzare l'eterno scontro fra natura umana e madre natura.

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